Le tradizioni

A Gressan le tradizioni, un tempo trasmesse di generazione in generazione, sono , a parte qualche eccezione, cadute in disuso, questo forse a causa dell’aumento abnorme della popolazione del nostro comune negli ultimi decenni. Tuttavia alcune di queste tradizioni sono comunque giunte fino a noi senza praticamente subire cambiamenti.



San Grato – La Tourta de Saint Grat – 7 settembre

Renetta

I Gressaens il 7 settembre cuocevano il pane nero (lo pan ner) nel forno di Moline e poi lo essicavano per un periodo lungo circa 100 giorni, ottenendo quello che era chiamato il “pane centenario”, fondamentale nell’alimentazione contadina invernale grazie alla sua lunga conservazione.

In quest’occasione i Gressaens, per sfruttare il calore del forno e le mele di Sèn Grat, cadute dagli alberi ancora acerbe, preparavano la Torta di San Grato, un dolce dal sapore deciso, fatto di ingredienti “poveri” e facilmente reperibili come la farina gialla, il burro e le mele, il tutto aromatizzato con cannella e basilico….

La ricetta e la storia sono visionabili >>>Ricetta e storia de Saint Grat


Gaude Flore – Santa Messa e “Gaude”

2017 - GAUDE FLORE

Questa tradizione ricorda un momento tragico della storia del nostro paese.

Il parroco Michel Perron, in una testimonianza dell’epoca, racconta “della furia delle acque del 2, 3 e 4 novembre 1705, del duro lavoro dei volontari per arginare il torrente e della fede degli abitanti che in quell’occasione non hanno cessato di pregare per essere risparmiati dalla catastrofe. In effetti la pioggia cessò, i danni materiali furono notevoli, ma non si ebbero a lamentare vittime. Da quell’occasione si iniziò a cantare il “Gaude flore” a Moline.”

Il Gaude Flore o Hymne des sept joies è un lode in onore della Vergine Maria che canta la gioia per la resurrezione di suo figlio. Come abbiamo già scritto, l’origine di questo inno è poco conosciuta: qualcuno fa risalire la sua creazione a Sant’Anselmo, altri a Tommaso da Kempin; a Gressan è per lo più attribuita a Thomas Becket, arcivescovo di Canterbury, a cui, secondo la tradizione, mentre cantava, come ogni giorno, le “sept joies” della Vergine, Maria gli apparve chiedendogli di ricordarsi anche delle “joies célestes”, quelle che non avranno mai fine. Così come ci è pervenuto, l’inno presenta, oltre alle sette strofe originali che raccontano ciascuna una “joie céleste” della Vergine, un’ottava strofa che fu aggiunta in seguito e che deriva da una sequela medievale. Un tempo eseguito in tutta la Valle d’Aosta, oggi il Gaude Flore è cantato solo a Gressan. Nel nostro comune in effetti, dal 1705, nel pomeriggio del giorno di Pasqua, si canta il Gaude Flore per ringraziare la vergine Maria di aver protetto il villaggio di Molline, più volte inondato dal torrente limitrofo. Questo inno fu trasmesso oralmente tra i CHANTRES della parrocchia di Gressan, nonostante esista il testo originale scritto in gregoriano. Nella nostra parrocchia questo canto è eseguito nella versione con il falso bordone, con l’accompagnamento del trombone o tuba. L’utilizzo di questo strumento, di cui si conoscono le origini, è molto difficile poiché, non possedendo dei tasti bisogna farlo suonare con la vibrazione delle labbra per ottenere il suono desiderato. Il falso bordone è un modo di cantare tipicamente valdostano. Un tempo l’esecuzione era basata sull’improvvisazione dei cantori che introducevano due o tre voci a seconda degli schemi denominati “toni di falso bordone” che rendevano la melodia gregoriana come una sorta di basso accompagnato dal suono grave della tuba. Dal 1985 è una nuova versione ad essere interpretata a Gressanarmonizzata da Pietro Brocard, organista della parrocchia di Gressan, che con straordinaria potenza ha tradotto un pezzo dell’antica melodia gregoriana ritrovata nella cappella di Molline e che, con la conoscenza mnemonica del canto, è riuscito a creare la versione attuale.


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