Le prime installazioni

Dalle prime installazioni umane alla presenza romana

Anche se a Gressan non sono state ritrovate tracce dell’uomo del periodo Neolitico alcuni testimonianze possono far pensare che egli s’insediò: tracce d’inumazioni, la presenza vicina dell’area megalitica di Saint Martin de Corléans aggiunti alla posizione privilegiata del comune circondata da foreste ricche d’animali.

 I primi insediamenti umani erano certamente localizzati in luoghi sicuri e protetti situati vicini ai corsi d’acqua e al riparo delle inondazioni, e precisamente tra Moline e Clapey o su superfici ricche in sorgenti de Champlan des-Vignes, presso Palues. Non sappiamo nulla di queste popolazioni primitive.

Abbiamo alcune notizie relative ai Salassi. A questa popolazione è stata attribuita un’origine Celtica, su un substrato Ligure, in base alle informazioni rilevate dalla toponimia che è stata conservata in numerose denominazioni locali : comba (vallone), verna ( ontano), tsa ( alpeggio), (pascolo in alta montagna), Clapey (pietraia), ….. Dal II secolo prima di Cristo, i Salassi sono sempre stati in lotta con i Romani che aspiravano in modo particolare al controllo dei colli alpini. Dopo numerosi scontri ( 143-140 e 25 prima di Cristo), i Salassi furono definitivamente vinti e sottomessi dai Romani che fondarono, nell’anno 25 prima di .C , la città di Augusta Pretoria Salassorum in onore dell’imperatore Augusto e fondarono una colonia. I Salassi furono deportati e ridotti in situazione di schiavitù, le loro terre furono confiscate e assegnate agli anziani pretoriani. Nacquero così i diversi fondi agricoli che presero il nome dal proprietario, Fundus Grattiani o Gracciani (Gressan), Fundus Joventiani (Jovençan) Fundus Calventianis (Charvensod) Fundus Polleni (Pollein), Fundus Portiani (Porossan ).

Dopo la vittoria i Romani passarono all’organizzazione del territorio procedendo alla suddivisione del territorio in centurie, cioè in lotti di 504.668 metri quadrati da assegnare in un unico pezzo o in parti. Molti fatti lasciano supporre che i conquistatori si sono appropriati delle terre migliori, quelle situate nelle pianure, nella zona inferiore dove si trova Gressan, l’area compresa tra la chiesa e la Cort, lasciando agli indigeni la parte superiore verso Moline.

Le vie di comunicazione diventarono gli elementi principali della nuova organizzazione del territorio. La costruzione della città richiedeva un’enorme quantità di materiali e quindi delle strade per il loro trasporto. Per questo motivo fu costruito un ponte sulla Dora, nella zona di Clérod, il Ponte Suavis ( cioè un ponte facile da attraversare perché piatto). I suoi resti furono ritrovati seppelliti dalle inondazioni catastrofiche. Questo ponte era utilizzato per il trasporto del marmo bardiglio di Aymavilles, (con il quale furono rivestiti una parte degli edifici pubblici di Augusta Pretoria Salassaorum) e per quello della puddinga ( roccia sedimentaria detritica) proveniente dalle sponde della Dora a Chevrot e più precisamente da Bonella. Questa strada, della quale un toponimo a Jovençan spiega chiaramente il tipo di tracciato ( Etral = extrata= lastrata ) raggiungeva , passando per il Fundus Gratiani e il Fundus Joventianis, Aymavilles (Fundus Aimy et Avilii) e l’acquedotto di Pondel proseguendo probabilmente fino a Cogne e alla sue miniere. Da questo ponte passava l’acqua e il minerale di ferro come testimonia il luogo denominato Champferrier (Campusferrarius), nome che indica un luogo dove si deposita il ferro, fino al di là dell’installazione.
Qualche decennio dopo la fondazione della colonia, i Salassi liberati dallo stato di schiavitù si unirono ai coloni imparando la loro cultura per formare una sola società con gli abitanti di diverse provenienze, come testimonia l’iscrizione di una placca ritrovata presso la Torre de Bramafan, l’antica Porta Principalis Dextera dove si può ancora leggere che i Salassi incolae si sono fin dall’inizio uniti alla colonia ( initio se coloniam contulere).

Torre de la Plantà

 Alcune testimonianze della presenza romana nella nostra pianura di Gressan dove sorsero numerose ville rustiche ( situate probabilmente nei dintorni della chiesa parrocchiale, nella zona della Cort e della Bagne) ci sono date grazie alla scoperta di sette pietre tombali che sono collocate nel periodo che va dal I al III ° secolo dopo Cristo e che sono conservate al Museo Archeologico di Aosta. Le scritte riportano il nome di famiglie nobili (gens) romane che vivevano nella zona di Gressan: gens Auruntia, gens Avilia, la gens Iulia. Dagli studi riportati da Guglielmo Lange, un’altra singolare testimonianza della presenza romana c’è fornita dalla solitaria e maestosa Torre de la Plantà che, considerate le sue caratteristiche strutturali, risalirebbe all’epoca di Augusto. Non essendoci prove precise, questa teoria è contrastata da alcuni archeologi che considerano la Torre della Plantà del XIV ° secolo.

Interessanti testimonianze dell’epoca romana, come le monetare dell’epoca di Claudius I (41-54 d. C.), di Galba (68-69 d.C.) e di quella di Filippo Marco Julius chiamato l’Arabo (244-249 d.C. ) furono scoperte a Gressan nel 1850 da Jean-Antoine Gal. illustre storico dello scorso secolo. Durante tutta l’epoca romana, il territorio di Gressan ebbe una grande importanza perché forniva prodotti agricoli e materie prime alla città di Aosta dove si sviluppavano fiorenti attività artigianali e commerciali.

Con la caduta dell’Impero Romano, la città perse la posizione d’importante centro economico e s’impose un sistema di economia chiusa.

Nel corso dei secoli, le vie di comunicazione mancarono di un’adeguata manutenzione, si rovinarono in modo irreparabile e subirono delle modificazioni nel loro tracciato originale. Il ponte di Clérod sulla Dora Baltea, danneggiato dalle frequenti inondazioni causate dal lago del ghiacciaio Ruitor che si svuotava periodicamente come un sifone provocando danni enormi, crollò parzialmente e fu mantenuto fino al XII ° secolo per essere successivamente ricostruito in legno, più a valle , dell’attuale sistemazione.

Durante l’Alto Medioevo, dal V allo XI° secolo, con il succedersi delle diverse dominazioni, Ostrogoti, Bizantini, Lombardi (VI ° secolo), Franchi (VII° seco (VIII° e IX° secolo ), Burgundi (X secolo ) fino all’avvento della Casa di Savoia, il Fundus Gratianis ha subito numerosi cambiamenti nella popolazione e nei costumi; anche il suo nome si è llo), Merovingi e Carolingientamente trasformato, come eliminato dall’uso e dai suoni delle nuove lingue, in qualche modo assomigliava a Graczan o Gracian.

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