Cappella di Moline

È situata un poco a monte della Place di Gran For, tra il villaggio di Moline e quello di Clapey, presso il vecchio ponte sur torrente di Gressan, all’incrocio di quattro strade. Essa è dedicata a san Pietro Apostolo. L’attuale cappella è stat ricostruita nel 1682 nella stessa posizione della precedente della quale si ignora la data di fondazione e distrutta dal furore delle acque del torrente nel 1860. In una nota di Michel Perron, curato di Gressan dal 1696 al 1728, si legge che: “ L’an 1680, la veille de la pentecôte, le torrent de Gressan se déborda de telle manière que la moitié environ du village de Mollines fut emmené avec la chapelle sur les huict heures du matin et trente trois personnes qui y sont restées, dont on a trouvé que quelques parties du corps… ”. L’atto di fondazione della cappella attuale, con un legato ricevuto dal curato e canonico di Sant’ Orso, François Rosset, è stato redatto dal notaio Estienne Bonin, il 29 settembre 1682. In seguito al fatto che il villaggio di Moline è stato preservato da una nuova e terribile innondazione nel 1705, la tradizione vuole che sia cantato davanti alla cappella, con l’accompagnamento del tubo falso-bordone, nel pomeriggio di Pasqua, il canto Gaude Flore il cui testo è attribuito a S. Anselmo La cappella di Moline è la più bella e la più grande delle cappele rurali, il suo tetto in lose è in buono stato di conservazione e porta un piccolo campanile a vela ad aperture gemelle che ospitano le due campane. La facciata intonacata, presenta una piccola finestra circolare sul timpano e due altre sui due lati della porta, tutte ornate di una cornice. La porta, in buono stato, è anch’essa arricchita da una piccola volta. L’interno ben illuminato, presenta una lastricatura in pietre rustiche; il coro è in granito liscio e i muri sono in boisé. Essa è arredata di armadi e da una quindicina di banchi e possiede anche una grande cantoria. Dell’antico altare resta solo la struttura verticale in legno policromo del XVIII secolo, riccamente solpito e dorato, arricchita da due colonne torse e ornate da due candelabri del XVIII secolo. La tela dell’ancona rappresenta, in alto, la Santa Vergine con il Bambin Gesù, corcondata da due piccoli angeli e accompaganta da San Francesco d’Assisi pregante e da Santa Margherita; ai suoi piedi si trova la testa di un dragone, simbolo del demonio vinto. In basso sono rappresentati San Pietro, che tiene le chiavi in mano, San Bernardo di Mentone, rivestito con un mantello di ermellino e tenente un bastone nella sua mano destra, e San Giacomo Maggiore, con la conchiglia sul suo petto, simbolo del pellegrino, nella quale si disseta lungo il cammino per arrivare al santuario di Compostela.

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